Come più volte riportato da questa Newsletter, il prossimo 1° Giugno diventa ufficialmente operativa (insieme al sistema – peraltro opzionale – del Brevetto Europeo unico per i Paesi dell’UE che hanno aderito al relativo Regolamento) anche la Corte Europea Unificata (UPC) che invece opzionale non è affatto e che – in virtù di un c.d. “Accordo” non del tutto trasparente perché non assunto dagli organi dell’Unione Europea secondo le procedure da questa previste e neppure a fronte di una specifica conferenza diplomatica – avrà giurisdizione su tutti i brevetti europei, sia “ordinari” sia “unitari”.
Secondo quanto previsto dallo stesso Accordo, i titolari di brevetti europei avranno però facoltà, per un periodo di 7 anni (prorogabile di altri 7) di esercitare – prima dell’entrata in funzione della UPC – un diritto di c.d. “opt-out” per far sì che i propri brevetti europei restino comunque assoggettati alle giurisdizioni nazionali secondo il sistema fino ad oggi vigente.
Va inoltre rilevato che, contrariamente a quanto accade per tutte le altre operazioni relative ai Brevetti Europei, l’EPO non ha previsto una procedura automatizzata online per esercitare il diritto di “opt-out”. Pertanto, gli interessati (o i loro mandatari brevettuali) sono costretti ad operare manualmente caso per caso oppure – in presenza di uffici di consulenza più strutturati – a sviluppare un proprio software per poter procedere tempestivamente su tutti i brevetti (anche alla luce della molteplicità di informazioni che l’EPO chiede di fornire simultaneamente per ciascun brevetto oggetto di “opt-out”). Pertanto, i titolari di Brevetti Europei che non intendono assoggettare le loro privative alla costosa e rischiosa giurisdizione unificata della UPC, debbono affrettarsi a contattare i propri consulenti affinché questi possano tempestivamente esercitare il diritto di “opt-out”.