A poche settimane dalla chiusura del Festival di Sanremo, ritorniamo a parlare del Festival per una (non del tutto edificante) vicenda legata all’edizione del 2016 e recentemente definita dalla Corte di Cassazione.
Nel 2016 la RAI ha scelto come fulcro della scenografia fissa del Festival di Sanremo l’immagine di un fiore sbocciato.
Peraltro, una giovane architetto genovese, ritenendo che quella scenografia costituisse illecita riproduzione di una propria opera digitale (raffigurante, appunto, un fiore sbocciato), titolata “The scent of the night”, citava in giudizio la RAI per violazione del diritto d’autore sull’opera e risarcimento del danno.
Il Tribunale prima e la Corte d’Appello poi, accoglievano le domande dell’architetto, condannando la RAI a rimuovere le registrazioni del Festival in cui compare l’opera incriminata ed al risarcimento dei danni di 40.000 euro oltre al rimborso delle spese legali di primo e secondo grado.
A fronte di ciò la RAI ha proposto ricorso per Cassazione. Con sentenza del 16 gennaio scorso, la Suprema Corte ha interamente rigettato il ricorso della RAI, sottolineando, in particolare, che l’opera digitale in questione “è creativa allorché esprime un’idea originale, proveniente solo dall’ispirazione del suo autore” e che “l’immagine non era una semplice riproduzione di un fiore, ma ne comportava una vera e propria rielaborazione, perciò meritevole di tutela autorale per il suo carattere creativo.”
Al di là del caso specifico, la decisione di questo caso si segnala come particolarmente rilevante perché conferma la possibilità di utilizzare un software per generare contenuti tutelabili dal diritto d’autore (c.d. “digital art”). In proposito la Suprema Corte ha sottolineato che, ai fini del requisito della creatività, non rileva il fatto che l’autrice dell’opera si sia avvalsa di un software per generare l’immagine. Infatti, il software è compatibile con l’elaborazione di un’opera dell’ingegno, anche se in tal caso il “tasso di creatività” deve essere scrutinato con particolare rigore.
Va peraltro da sé che, prima di affrontare controversie a tutela di questo genere di nuove opere, è indispensabile confrontarsi con consulenti esperti della materia dei diritti di proprietà intellettuale.